Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/5566
Abstract: uali sono i progetti del nuovo direttore dell’Istituto che ha sede al Vittoriano e i cui compiti sono sia di ricerca che di promozione pubblica del sapere storico? È possibile pensare che l’Istituto per la storia del Risorgimento di Roma possa oggi, nel 160° della nascita del paese, mantenere viva una conoscenza pubblica del Risorgimento? E i fatti risorgimentali, i loro protagonisti, sono “di moda” oggi presso il pubblico italiano? Sappiamo che le tesi dei cosiddetti storici neoborbonici, diffuse con un certo successo a partire dall’ultimo decennio del ‘900, sono state inizialmente trascurate dagli storici accademici e poi, in alcuni casi, a volte per “distrazione”, sono state recepite in atti ufficiali di enti e istituzioni pubbliche del Mezzogiorno, come l’AIPH ha contribuito a denunciare in passato. Come interpretare una tale sottovalutazione e “distrazione”? In riferimento alle polemiche sollevate dalle posizioni “neoborboniche” possiamo evocare la categoria dei “conflitti di memoria” come accade per periodi più recenti della storia italiana? Infine, nell’anniversario di Roma capitale, quali “valori” del Risorgimento possono ancora essere utili per un Paese che deve essere più solidale e inclusivo?
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