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Abstract: Sfidando qualsiasi univoca attribuzione di genere, Heart of Darkness eccede i confini del modo mimetico-realistico per accogliere in sé strutture e motivi propri di convenzioni narrative diverse, proponendosi come quest, parabola, viaggio iniziatico, odissea psicologica, narrazione di carattere autobiografico e altro ancora. Muovendo da queste considerazioni, l’articolo si propone di verificare in che misura le categorie nietzschiane di apollineo e dionisiaco e la stessa nozione di tragico elaborata da Nietzsche in La nascita della tragedia possano contribuire a decifrare la fitta trama simbolica che attraversa il racconto e a enuclearne le strutture narrative di fondo. Nell’ipnotica narrazione di Marlow, incentrata su una parola che ambisce a restituire l’esperienza dell’indicibile, la definizione nietzschiana della tragedia come “rappresentazione apollinea sensibile di conoscenze e moti dionisiaci” sembra trovare una sua attualizzazione. A sua volta la figura di Kurtz trascende i limiti della convenzionale caratterizzazione del personaggio romanzesco, per assumere i tratti dell’eroe tragico
È visualizzato nelle collezioni:Testi e linguaggi. Vol.3 (2009)

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