dc.description.abstract | L’analisi del movimento si avvale tradizionalmente di approcci
quantitativi che hanno contribuito ad una conversione in unità
numeriche di variabili della cinetica e della cinematica del movimento.
L’attuale tendenza a fruire dei risultati emergenti in questi studi
nell’ambito didattico impone una necessaria ibridazione di approcci e
modelli di ricerca afferibili, al dominio delle hard sciences e delle soft
sciences (Frith, 2007) nella piena consapevolezza dei rischi di
un’applicazione tout court della spiegazione semplice
all’interpretazione dei fenomeni didattici (Rivoltella, 2012).
Il riconoscimento dell’interdipendenza tra quella parte della ricerca che
si occupa del processo formativo e quella che è attenta alle
caratteristiche funzionali che consentono le esecuzioni delle azioni,
garantisce di disporre di una metodologia della ricerca che integra
funzionalmente il tutto in un quadro concettuale comune (Sibilio, 2011).
A partire da questa premessa la specifica attività di ricerca si inserisce
nell’ambito delle azioni di screening della didattica speciale volte a
evidenziare importanti informazioni che soggiacciono alla
pianificazione e alla produzione del disegno.
La pianificazione del disegno, soprattutto nei bambini, è stato oggetto
di differenti studi. Il disegno nel bambino tende progressivamente ad
essere più accurato nel corso dello sviluppo (Goodnow, 1977), in
quanto il controllo motorio e la capacità di pianificazione diventano
sempre più sofisticate, parallelamente a un miglioramento delle capacità
percettive e attentive.
Goodnow e Levine (1973) perseguono questa possibilità, evidenziando
che il disegno, in quanto espressione antecedente alla scrittura, può
fornire importanti indizi sulle abilità cognitive del bambino.
Individuando alcune regole di pianificazione del disegno, relative alla
copia di figure elementare, che permettono al disegnatore di
semplificare il processo di pianificazione e realizzazione e di ridurre il
numero di distinti programmi motori che devono essere mantenuti in
memoria (Schmidt, 1975).
È possibile riscontrare, nella produzione di figure elementari, alcune
regolarità che mettono in relazione la forma da ricopiare con
determinate ripetibili caratteristiche spazio temporali (Laquaniti et. al.,
1983). Queste informazioni ci consentono di applicare specifici modelli
matematici riguardanti la modalità in cui il disegno è stato prodotto. L’
obiettivo è coerente con la teoria di Flash e Hogan (1985) sul minimum
Jerk, secondo cui le traiettorie sono pianificate così da minimizzare il
valore quadratico medio della derivata terza dello spostamento.
Gli strumenti utilizzati nella valutazione del disegno sono ancora
prevalentemente qualitativi e basati sulla valutazione visiva effettuata
dall'operatore. I test sono ‘’carta e matita ‘’ in cui il soggetto è tenuto a
copiare una sequenza evolutiva di forme geometriche e viene assegnato
un punteggio in relazione alla presenza o assenza di alcune
caratteristiche.
In questo esercizio, i valutatori possono incontrare delle difficoltà e
ambiguità con l'aumentare della complessità della forma. Questa
situazione diminuisce l'affidabilità dello scoring e l’osservazione non
riesce a rivelare tutte le informazioni relative alla strategia di fondo di
esecuzione del disegno (Rosenblum, 2003).
L’utilizzo di sistemi tecnologici permette di ovviare a questa difficoltà e
di accedere a quelle informazioni che non potrebbero essere ottenute
tramite metodi di raccolta dati qualitativi come l’osservazione
richiedendo l’intervento di approcci quantitativi che non riducono la
complessità della traccia grafica.
In un lavoro sperimentale realizzato tra il di gruppo di ricerca del
“Laboratorio di analisi del movimento e di valutazione delle attitudini
motorie” del Prof. Maurizio Sibilio e l’Istituto di riabilitazione
Gambardella, nel quadro di un programma di implementazione dei test
di valutazione tradizionali riguardante la disgrafia si è proceduto
all’acquisizione e l’analisi del gesto grafico con un sistema
optoelettronico con sei telecamere (BTS SMART-D, Italia), con una
frequenza di acquisizione di 140 Hz, e con un sistema video integrato
(Vixta, BTS, Italia) per videoregistrazione. Il sistema optoelettronico è
un apparecchio che misura le coordinate 3D (X, Y, e Z) nel tempo di
marcatori riflettenti.
L’indagine compiuta, su un campione tre bambini diagnosticati
disgrafici dell’età di 10 anni, ha evidenziato la potenzialità del sistema
per una valutazione quantitativa del disegno. Le caratteristiche della
tecnologia utilizzata potrà permettere in futuro di integrare altri segnali
come quello elettromiografico (EMG) ed elettroencefalografico (EEG). [a cura dell'autore] | en_US |