dc.description.abstract | La polifunzionalità dell'animale nell'uso plutarcheo è dato inconfutabile: esso può essere al centro
di studi di matrice pseudo-scientifica ed etologica; può essere un simbolo, una metafora, l'oggetto
di una similitudine, un instrumentum di cui l'autore si serve per confutare le proprie idee e per
persuadere il lettore, l'oggetto di spunti filo-animalistici. Interessante è stata la rilevazione del riuso
del repertorio zoologico, adattato dal Cheronese, di volta in volta, alla tesi che vuole dimostrare.
in altre parole, il repertorio zoologico sovente viene riusato con un utilizzo altro dalla sua origine e
viene forzato ad assumere quelle caratteristiche che all'autore servono. Il paragrafo conclusivo del
II capitolo è dedicato all'analisi del lessico zoologico plutarcheo: sono stati rilevati i neologismi,
gli hepax, i tecnicismi zoologici ed è stata evidenziata la possibile incidenza del lessico zoologico
aristotelico su quello plutarcheo.
Nel III capitolo si è atteso alla schedatura degli animali: la catalogazione degli animali presenti nel
corpus plutarcheo - limitata alla lettera α - avviene mediante schede fisse ed è riferita all' intero
corpus plutarcheo. Ogni scheda è articolata in tre livelli: l) analisi testuale 2) analisi zoologica 3)
analisi lessicale. II primo livello comprende l'analisi del contesto e l'analisi della funzione
dell'animale nel passo, il secondo include la classificazione della specie e il genere dell'animale, le
associazioni zoologiche, le affordances; il terzo comprende l'analisi lessicale, utile a comprendere
in quale modo Plutarco parli degli animali: sono stati rilevati i tecnicismi specifici (termini che
indicano concetti specifici del settore zoologico) ed i tecnicismi collaterali (varianti determinate dal settore zoologico). [a cura dell’autore] | en_US |