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Il positivismo e il modernismo nella dialettica sociale del primo '900. La funzione de "Il Fenomeno Umano" in Pierre Teilhard De Chardin
dc.contributor.author | Califano, Aniello | |
dc.date.accessioned | 2012-10-23T10:03:41Z | |
dc.date.available | 2012-10-23T10:03:41Z | |
dc.date.issued | 2012-05-14 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10556/303 | |
dc.description | 2010 - 2011 | en_US |
dc.description.abstract | Il punto di partenza del lavoro, oggetto della prima area tematica analizzata ha riguardato lo studio e lo sviluppo, nel più generale quadro storico europeo di metà Ottocento, della cultura e del sapere scientifico. In particolare, si è analizzato il rapporto tra la storia istituzionale e la storia della scienza. Si è cercato di ricostruire il grande dibattito scientifico e, sotto molti aspetti, filosofico che, passando attraverso i secoli centrali dell’età moderna, ha portato all’opera di Charles Darwin, L’origine delle specie del 1859. Ciò ha consentito di rileggere il ruolo e la funzione svolta dalla scienza sul piano della formazione di una rinnovata “coscienza europea” modellatasi tra vecchia e nuova età moderna. Le domande, a cui si è cercato di dare qualche risposta in questo lavoro sono le seguenti: quali i ruoli e i fini della scienza in età moderna? Le soluzioni scientifiche offerte dai filosofi vissuti nella seconda età moderna, a quali sollecitazioni hanno risposto? Quale rapporto si è generato sul piano morale e istituzionale tra la scienza e le istituzioni laiche ed ecclesiastiche tra i secoli XVII-XIX? Sappiamo sul come fino ai secoli centrali dell’età moderna il pensiero cristiano aveva certo contemplato l’eternità, ma ad essa aveva attribuito un carattere immutabile, il cui tempo terreno era inteso come un breve dramma legato al peccato e alla redenzione e il mondo naturale come lo sfondo entro cui si svolgeva questo dramma. La risposta dei filosofi a questa angosciante condizione umana tendeva ad elaborare, ancora in pieno Settecento, una risposta scientifica utile a mitigare lo stato peccaminoso della natura umana. Contaminato dal peccato originale, quindi essere mortale e sofferente, l’uomo necessitava di cure mediche, di attenzione al corpo. Ma quale corpo, esattamente? Indubbiamente, l’attenzione era concentrata sulla miseria del corpo umano generalmente parlando, ma l’oggetto specifico della medicina si riversava sui corpi nobili della società, sui ceti feudali, che andavano salvaguardati e protetti, ciò soprattutto in relazione al concetto tutto moderno di “società cetuale”, ossia di carattere feudale, quindi come istituzione politica da salvaguardare. In definitiva, per buona parte dell’età moderna restava molto marginale, nell’alveo della pratica medico scientifico, l’attenzione ai ceti sociali collocati in fondo alla scala dell’ordine sociale: la plebe. Tra Settecento e primo Ottocento su assiste, progressivamente, allo sviluppo di una cultura di carattere illuminista e legata al sorgere e all’affermarsi di nuovi processi politici, in cui un posto sempre più 1 preminente assume il ceto borghese, gruppo sociale espressione di interessi che appaiono convergenti verso l’affermazione, tra altri elementi, di una rinnovata centralità e di una nuova funzione del “cittadino” nell’ambito dell’organizzazione politica. Si afferma, in seguito alla Rivoluzione francese, un nuovo rapporto tra una coscienza sociale (Marx parla di coscienza di classe) e lo Stato, sotto la cui egida si muove anche la scienza e non solo quella medica. Sarà poi il liberismo, da intendersi come categoria politica ed economica al contempo, ad affermare la filosofia positivistica, al cui interno troviamo il più compiuto sviluppo dell’evoluzionismo, il cui assunto scientifico contribuirà, successivamente e a suo modo, a cambiare il corso storico della scienza. Non più confinata, come nel XVIII, alle sole aule accademiche, ma investita di una nuova funzione, la scienza diviene, in qualche misura, servizio sociale, ossia utilità prodotta dall’organizzazione statale e finalizzata a migliorare tutte, o quasi tutte, le carenze presentate dall’uomo nel suo essere soggettivo e nel suo esistere sociale. [a cura dell'autore] | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.publisher | Universita degli studi di Salerno | en_US |
dc.subject | Inquisizione | en_US |
dc.subject | De Chardin, Theillard | en_US |
dc.title | Il positivismo e il modernismo nella dialettica sociale del primo '900. La funzione de "Il Fenomeno Umano" in Pierre Teilhard De Chardin | en_US |
dc.type | Doctoral Thesis | en_US |
dc.subject.miur | M-STO/02 STORIA MODERNA | en_US |
dc.contributor.coordinatore | Scocozza, Antonio | en_US |
dc.description.ciclo | X n.s. | en_US |
dc.contributor.tutor | Tortora, Alfonso | en_US |
dc.identifier.Dipartimento | Teoria e Storia delle Istituzioni | en_US |