dc.description | S. Noiret, “La partecipazione del pubblico nelle pratiche di Public History”; “Storia orale e musei partecipativi: testimoni, progetti, strategie culturali” (I. Bolzon); “Una partecipazione ‘fisitale’: la scienza dei cittadini per collegare spazi fisici e digitali” (T. Cauvin); “Catturare la memoria delle catastrofi negli archivi inventati come pratica di DPH” (S. Noiret); “Scavi aperti e non solo: la partecipazione pubblica nell’archeologia italiana” (F. Ripanti); in AIPH 2022 - Book of Abstract. Quarta Conferenza Nazionale di Public History. “Storia bene comune”, Università Ca’ Foscari Venezia M9 – Museo del ’900 Mestre Venezia - Mestre 27-31 maggio 2022, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2022, pp. 129-132. | it_IT |
dc.description.abstract | Il panel parte da una esperienza nata nel 1971 nel cuore del comprensorio siderurgico
minerario toscano, che ha poi sviluppato nel corso del mezzo secolo successivo una serie
di attività che oggi potrebbero essere qualificate senza dubbio come Public History.
Il nucleo iniziale è un gruppo di studenti liceali e universitari, ma anche di cultori
e appassionati di storia e arte, che si riuniscono in un ‘centro di studi storici’, sotto la
presidenza di un ancora giovane, dinamico e amatissimo professore di liceo. Il luogo è
Piombino, capitale storica della siderurgia italiana, città fabbrica ma anche antica capitale
di uno degli stati preunitari italiani.
Alcuni risultati di questa esperienza sono sedimentati nella rivista “Ricerche Storiche”,
una delle riviste che per prime e in maniera più convinta hanno patrocinato la PH in Italia,
e che fu fondata proprio da quel gruppo di giovani fra il 1971 e il 1973. Ma la rivista è solo
un polo di questa esperienza. All’altro polo, ma su una linea di continuità assoluta, sono
state realizzate negli ultimi cinquant’anni centinaia di iniziative, prima nel comprensorio
elbano maremmano, poi in tutta la Toscana e anche oltre. Le attività vanno dal recupero
della memoria dell’antifascismo e della Resistenza nei comuni toscani, all’identità urbana
in alcune piccole città murate, all’archeologia industriale, ai parchi minerari, alle operazioni
di riuso e via dicendo.
L’originalità sta nella compresenza organica e strutturale, in questa esperienza, sia della
rivista, di classe A, cioè il massimo grado della qualificazione universitaria, sia di tutta una
serie di attività di PH con una impostazione non accademica. Si tratta infatti di iniziative
tutte condotte con la partecipazione del pubblico, anzi di vari e differenziati pubblici a vari
livelli di coinvolgimento, con largo uso di strumenti tipici della PH, come la raccolta delle
fonti orali, le interviste e gli audiovisivi, le mostre fotografiche, le rievocazioni i filmati,
le battaglie in scala, la partecipazione a attività di tipo archeologico specie nel campodell’archeologia medievale e industriale, e via dicendo. Last but not least, in background,
l’interesse e il finanziamento di tutta una serie di committenti pubblici e privati, e una rete
di collaborazioni e rapporti con associazioni, cooperative, aziende, partiti, sindacati.
Il panel non intende tanto ripercorrere questa storia (già ricostruita in un recente saggio
di Serge Noiret a cui si rimanda) quanto proporre alla discussione un caso che illustra una
tradizione di ‘PH prima della PH’ che risale ad almeno mezzo secolo fa, e alcuni nodi
problematici che ne scaturiscono. | it_IT |
dc.identifier.citation | Serge Noiret, “La partecipazione del pubblico nelle pratiche di Public History” in AIPH 2022 - Book of Abstract. Quarta Conferenza Nazionale di Public History. “Storia bene comune”, Università Ca’ Foscari Venezia M9 – Museo del ’900 Mestre Venezia - Mestre 27-31 maggio 2022, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2022, pp. 129-132. | it_IT |