La metafisica di Giovanni da Ripa. Le distinctiones 2, 3 e 8 del Commento Sentenziario: edizione del testo e studio dottrinale
Abstract
The aim of this Doctoral work is double: (a) to offer the complete edition of three important
distinctiones – the second, the third and the eighth – coming from the Sentence Commentary of the
Franciscan John of Ripa, who lectured in Paris in the period 1354-1358. These three distinctiones
constitute a homogeneous group of questions dealing with the metaphysical issues of the existence
and nature of God (immensitas) in its distinction from the nature of created beings (infinitas/finitas),
together with the original mechanism called replicatio unitatis divinae which regulates the generation
of all created beings [Distinctio 2], the analogy between God and creatures, with the lucid restriction
– consciously elaborated after Duns Scotus – of the univocity in the sole created domain [Distinctio
3], and the formal distinction between all the perfectiones originally contained in the divine essence,
which do not introduce any form of multiplicity in the Unity of the supersimplex (immensa) divine
essence [Distinctio 8]; (b) to offer an elaborated study of the themes present in these distinctiones,
not only regarding to Ripa’s thought, but also through the analysis of related philosophical
perspectives (Hugolinus of Orvieto, Pierre Ceffons, John of Mirecourt, Francis de Mayronis, Francis
of Appignano, Gregory of Rimini and William of Ockham). This duplex intent is reflected in the two
volumes which compose this thesis, which aims to discover the thought of a long-time underestimated
philosopher. [edited by Author] L’obbiettivo di questa tesi di Dottorato (dal titolo ‘La metafisica di Giovanni da Ripa. Le distinctiones
2, 3 ed 8 del Commento Sentenziario: edizione del testo e studio dottrinale. 2 voll.’) è duplice: (a) da
un lato fornire l’edizione completa delle distinzioni 2, 3 ed 8 Commento Sentenziario del francescano
Giovanni da Ripatransone, elaborate a Parigi negli anni compresi tra il 1354 e il 1358, e che
costituiscono – dal punto di vista speculativo – un gruppo omogeneo di distinzioni dedicato ai grandi
temi metafisici dell’esistenza e della natura di Dio (immensitas supersemplice e priva di latitudo)
distinta dalla natura del dominio creaturale (infinitas/finitas sempre misurabili per mezzo di latitudo
o latitudines), unitamente alla formulazione dell’innovativo meccanismo ripiano della replicatio
unitatis divinae come teoria volta a spiegare l’origine degli enti a partire dalle originali perfectiones
contenute nell’essenza divina [Distinctio 2], al rapporto di analogia che lega Dio a qualsivoglia ente
creato cui si affianca la matura e consapevole restrizione (posteriore alla speculazione di Giovanni
Duns Scoto) dell’univocità metafisica al solo dominio creaturale [Distinctio 3], nonché
all’approfondimento complementare della distinzione formale attiva tra le perfezioni originariamente
contenute nell’essenza divina e che stanno alla base del meccanismo della replicatio unitatis divinae,
distinzione formale che – unitamente alla distinzione tra immensitas divina ed infinitas creaturale –
garantisce la piena e completa unità supersemplice dell’essenza divina distinta dalla molteplicità che
intrinsecamente caratterizza qualunque ente creato [Distinctio 8]; (b) dall’altro lato offrire uno studio
dottrinale, strutturato come un commento il più possibile fedele delle tesi contenute all’interno di
queste distinctiones, che si sviluppi attraverso l’analisi non soltanto della dottrina genuinamente
ripiana, ma anche delle altrettanto poco note riflessioni dei Dottori contemporanei di Ripa (Ugolino
di Orvieto, Pietro Ceffons, Giovanni di Mirecourt) e degli immediati predecessori (Francesco di
Meyronnes, Francesco d’Appignano, Pietro di Tommaso), oltre che dei già accuratamente studiati
Giovanni Duns Scoto, Guglielmo di Ockham e Gregorio da Rimini, Autori che concorsero
attivamente, nel vivace dibattito trecentesco, a forgiare il pensiero di Giovanni da Ripa. Tale duplice
intento trova espressione nei due volumi che compongono questa tesi, volta a riscoprire – attraverso
l’edizione del testo e lo studio delle dottrine ivi contenute – la potenza di un pensiero metafisico a
lungo ignorato. [a cura dell'Autore]