Filosofia e teologia nelle opere di Alano di Lilla: pluralità delle forme letterarie e unitarietà del sapere
Abstract
This research is aimed at clarifying the relationship between philosophy and theology in the
works of Alan of Lille, who is termed by his contemporaries Doctor Universalis also because
of his figure of unfailing polygraph who experimented greatly successfully multifarious
literary genres, from summa to philosophic poem, from the theological axiomatic to the
apologetics, from the theological dictionary to the biblical exegesis. Every literary form
adopted by the master of Lilla is not to consider only as a different stylistic formality, but it is
rather important of a precise method of investigation of the natural and supernatural reality.
The plurality of the literary forms corresponding to a plurality of epistemological methods, in
it different knowledge are involved, from the liberal arts to theological scientia.
Follower of a high medieval world, now at its sunset, the master of Lille is both the
Doctor Universalis able to decline in the number of the literary forms he experiments the
wealth of the previous cultural heritage, in the light of the awareness of the relation of identity
of vera philosophia and vera theologia and a Porretan willing to revise the boundaries
between the two poles of that relationship.
Because of his ancestral awareness a subordinate position of philosophic knowledge
over the theological one, although not yet clearly matured as adopted in the following
decades, the master of Lille does not emerges simply as an heir of a speculative early
medieval paradigm now in decline but, especially in light of his epistemological reflection on
the relationship between philosophy and theology, he can be regarded as a pioneer of the new
scholastic method, whose contribution is significant speculative in the delicate process of
flowering and progressive development of theology as a science in the twelfth and thirteenth
centuries. [edited by Author] La presente ricerca è finalizzata a chiarificare il legame tra la filosofia e la teologia nelle
opere di Alano di Lilla, definito dai suoi contemporanei Doctor Universalis anche per la sua
cifra di poligrafo inesauribile che ha sperimentato con grande profitto molteplici generi
letterari, dalla summa al poema filosofico, dall’assiomatica teologica all’apologetica, dal
dizionario teologico all’omiletica e all’esegesi biblica. Ogni forma letteraria adoperata dal
maestro di Lilla non è da considerarsi semplicemente come una differente modalità stilistica,
ma risulta piuttosto indicativa di un preciso metodo d’indagine della realtà naturale e
soprannaturale. Alla pluralità delle forme letterarie corrisponde dunque una pluralità di
metodi epistemologici, nella quale sono coinvolti i diversi saperi, dalle arti liberali alla
scientia teologica.
Un’impellente preoccupazione di carattere metodologico relativa al rapporto tra
filosofia e teologia traspare senza dubbio sin dall’incipit del prologo della Summa Quoniam
homines, opera giovanile del maestro di Lilla. L’esigenza pressante di definire lo statuto
epistemologico della teologia costituisce infatti il Leitmotiv dell’intera produzione alaniana.
Di qui il tentativo di assiomatizzazione del sapere teologico proposto da Alano nelle Regulae
caelestis iuris testimonia e persegue proprio tale sforzo costante teso a conciliare le verità di
ragione con le verità di fede, nella lucida e stabile consapevolezza dell’autoevidenza
dell’unica veritas. Nell’Anticlaudianus il rapporto tra arti liberali e scienza teologica viene
invece interamente costruito mediante l’involucrum mirabile dell’allegoria e la fabula del
mito che rivelano, nella loro reciproca interazione, sia alcune significative acquisizioni della
ragione sulla realtà naturale sia i profondi misteri della fede. La sintesi di argumentationes
razionali e auctoritates scritturali è anche alla base del De fide catholica contra haereticos, in
cui la recta fides viene difesa da eventuali errori dottrinali, tutelata nella sua integrità e
celebrata come autenticamente credibile in quanto universalmente condivisibile. A un
contesto apologetico appartengono probabilmente le stesse Distinctiones dictionum
theologicarum, un vero e proprio vocabolario di lemmi filosofici, biblici e teologici, nel quale
viene precisata in maniera puntuale la vis semantica di ciascun termine, al fine di un
appropriato e corretto impiego dei diversi verba nel sermo theologicus. Nel De arte seu
articulis catholicae fidei il maestro di Lilla realizza invece un’expositio assiologica della
verità rivelata, che possa risultare utile alle esigenze della predicazione del messaggio evangelico. Tale premura di natura pastorale traspare particolarmente nell’Ars praedicandi e
nel Liber poenitentialis. Nella prima opera egli indaga e approfondisce le modalità più
opportune per una trasmissione e una predicazione efficace della sana doctrina, mentre nella
seconda elabora una teologia del sacramento della penitenza con indicazioni specifiche sia per
i confessori che per i penitenti, finalizzata a una pratica sacramentale della riconciliazione
della creatura con il suo Creatore in ossequio ai dettami della Chiesa. .. [a cura dell'Autore]