La sesta direttiva antiriciclaggio e la sua attuazione nell’ordinamento italiano: alcune considerazioni
Abstract
This paper, after a brief reconstruction of the evolution of EU law on
judicial cooperation in criminal matters and anti-money laundering, analyzes the
main changes introduced with Directive (EU) 2018/1673 and critically examines the
terms and limits of its implementation in the Italian legal system, focusing, in
particular, on the connection between money laundering and the activities of
organized crime, on some possible profiles of unconstitutionality of the implementing
rule of the directive, on the growing use of cryptocurrencies as a tool to reinvest the
proceeds of criminal activities and, in conclusion, on the need to enhance what
appears to be, also in the light of the proposed analysis, the actual legal asset protected
by these crimes: the economic public order. Il presente elaborato, dopo una breve ricostruzione dell’evoluzione
normativa del Diritto dell’Unione europea in materia di cooperazione giudiziaria
penale e di antiriciclaggio, analizza le principali novità introdotte con la Direttiva
(UE) 2018/1673 e ne esamina criticamente i termini e i limiti dell’attuazione
nell’ordinamento giuridico italiano, soffermandosi, in particolare, sulla connessione
tra il riciclaggio e l’attività della criminalità organizzata, su alcuni possibili profili di
incostituzionalità della norma attuativa della direttiva, sul crescente utilizzo delle
criptovalute come strumento per reinvestire i proventi di attività criminose e, in
conclusione, sulla necessità di valorizzare quello che risulta essere, anche alla luce
dell’analisi proposta, l’effettivo bene giuridico tutelato da questi reati: l’ordine
pubblico economico.