Competenze concorrenti dell’UE e degli Stati membri in materia di asilo nella giurisprudenza più recente della Corte di giustizia relativa al trattamento di cittadini irregolari di paesi terzi
Abstract
The paper analyses the development that the Court of Justice’ case law
marked compared to the indifference to humanitarian needs expressed in the A.S. and
Jafari judgments of 2017. Making reference to the two changes that occurred with
the Commission v. Poland and others judgment and the M.A. judgment of 30 June
2022, the author highlights the specifically interfering attitude on the concrete
exercise of Member States' power to apply Article 72 TFEU characterising the latter
judgment. He identifies the reasons for this attitude in an ex-novo valorisation of the
idea of solidarity as producing legally relevant effects when expressly specified
sectorally in Treaty provisions, such as articles 67 and 80 TFEU, contained in the
OPAL ruling of 15 July 2021. He concludes by noting the parallelism that the framing of the Member States' legal order by EU law resulting from the M.A. judgment
presents with the one that had already emerged from the DEB judgment. Lo scritto analizza l’evoluzione che la giurisprudenza della Corte di
giustizia ha avuto in materia a partire dal rispetto attribuito ai poteri sovrani degli
Stati membri e dall’indifferenza alle ragioni umanitarie invocate nelle sentenze A.S.
e Jafari del 2017. Rilevati i due cambiamenti che si sono avuti con la sentenza
Commissione contro Polonia ed altri e con la pronuncia del 30 giugno 2022, M.A.,
l’autore ha evidenziato l’atteggiamento specificamente interferente sull’esercizio
concreto del potere degli Stati membri di applicare l’art. 72 TFUE caratterizzante
quest’ultima sentenza. Ha individuato le ragioni di questo atteggiamento in una
valorizzazione ex novo dell’idea di solidarietà come produttiva di effetti
giuridicamente rilevanti ove espressamente precisata settorialmente in disposizioni
del Trattato, quali gli articoli 67 ed 80 TFUE, contenuta nella pronuncia OPAL del 15
luglio 2021. Conclude rilevando il parallelismo che l’inquadramento
dell’ordinamento degli Stati membri ad opera del diritto UE risultante dalla sentenza
M.A. presenta rispetto a quello che già emergeva dalla pronuncia DEB.