Narrazione e dissenso: rappresentazione della soggettività popolare in due racconti di Caterina Percoto
Abstract
Contestualizzato nell’ampio panorama letterario
connesso all’unificazione d’Italia, l’iter narrativo
di Caterina Percoto acquisisce un significato storico nuovo. Confutando la lettura tradizionale –
che associa la produzione della scrittrice al filantropismo di marca pietista (proprio della narrativa campagnola) – il contributo intende mostrare come in due tra i suoi racconti più noti – Lis
Cidulis (1844) e Un episodio dell’anno della fame
(1845) – la riproduzione obiettiva delle condizioni dei caratteri Quarto Stato abbia l’effetto di
problematizzare l’impianto apologetico della
narrazione; e che attraverso la mimesi della vita
psichica dei personaggi venga implicitamente veicolato un messaggio di dissenso all’ideologia borghese dominante. Contextualized within the production of "Risorgimento", Caterina Percoto's narrative acquires a
new historical significance. By refuting the traditional reading, which associates the writer's production with a pietistic philanthropy, this article
aims to demonstrate how in two of her most renowned short stories - Lis Cidulis (1844) and Un
episodio dell'anno della fame (1845) - the objective representation of the conditions of Quarto
Stato characters serves to problematize the apologetic message of the plot. In particular, mimesis
of the characters' inner lives conveys an implicit
message of dissent against the ideology of the
bourgeoisie.