«Tutta la carne è erba». Il quincunx de ‘Il Giardino di Ciro’ (1658) di Thomas Browne come dispositivo simbolico e iniziatico
Abstract
Il saggio mira a interpretare l’opera Il Giardino di Ciro
(1658) del medico e intellettuale inglese Thomas Browne sotto un punto di vista estetico, simbolico ed iniziatico. Partendo dalla vicinanza, metaforica e pratica tra
studio anatomico e letteratura tipica del ’600 europeo,
questo studio correla la figura del quincunx (la disposizione a losanga degli alberi che è il tema del Giardino di
Ciro) alle concezioni scientifiche e metafisiche della
pelle e dell’apparato tegumentario. Rintracciando uno
spostamento, all’interno del trattato, da un piano fisico
a un piano metafisico e, conseguentemente, un’evoluzione terminologica da quincunx a texture, la figura del
quincunx viene messa in relazione con i rimandi alla filosofia ermetica e pitagorica presenti nell’opera. In particolare, la presenza di riferimenti ai geroglifici egiziani
di matrice kircheriana e alle valenze soteriologiche ed
iniziatiche del simbolo della croce sono analizzate puntualmente per evidenziare l’aspetto metafisico e teologico dell’opera, che a una prima lettura si presenta
come un curioso trattato di botanica. In conclusione, si
prospetta una lettura alchemica del Giardino di Ciro,
tesa a riconoscere nell’atto della dissezione il nucleo
matriciale del trattato e della tecnica compositiva e intertestuale dello stesso. Il quincunx viene ad essere interpretato allora come il dispositivo simbolico che permette a Thomas Browne di ordinare la realtà e di trovare un senso metafisico alla stessa. The essay aims to interpret the treatise The Garden of
Cyrus (1658) by the English physician and intellectual
Thomas Browne from an aesthetic, symbolic, and initiatory point of view. Starting from the proximity, both
metaphorical and practical, between anatomical studies and literature typical of seventeenth-century Europe, this study correlates the figure of the quincunx
(the lozenge-shaped arrangement of trees that is the
theme of The Garden of Cyrus) with scientific and metaphysical conceptions of the skin and integumentary
apparatus. Tracing a shift, within the treatise, from a
physical to a metaphysical plane and, consequently, a
terminological progression from quincunx to texture,
the figure of the quincunx is related to the many references to hermetic and Pythagorean philosophy present
in the work. In particular, the presence of references to
Kircher’s Egyptian hieroglyphics and to the soteriological and initiatory values of the symbol of the cross are
punctually analyzed to highlight the metaphysical and
theological aspect of the work, which on first reading
appears as a curious botanical treatise. In conclusion,
the paper proposes an alchemic reading of The Garden
of Cyrus, to recognize in the act of dissection the matrix
core of the treatise and its compositional and intertextual technique. The quincunx comes to be interpreted
then as the symbolic device that allows Browne to order
reality and find a metaphysical meaning to it.