Le evocazioni musicali della parola nella elaborazione poetica di Saverio Mattei
Abstract
La studiosa concentra l’attenzione sul contributo
che al tema del rapporto musica-poesia offrì Saverio Mattei, musicologo, erudito, appassionato
cultore dell’antico, traduttore dei salmi biblici in
ariette metastasiane, che operò intensamente a
Napoli nella seconda metà del Settecento, guadagnandosi coi suoi scritti polemiche e consensi, e
intrattenendo rapporti coi personaggi più in vista del mondo musicale e teatrale settecentesco.
L’A. ripercorre rapidamente il lungo percorso
di riflessione che, partendo dai primi scritti sulla
poesia degli Ebrei e dei Greci, trovò il suo approdo definitivo nella dissertazione sulla Filosofia della musica, che si può considerare il momento più alto e compiuto della sua riflessione
teorica. La Dissertazione fu pubblicata nel 1773
e inclusa, non a caso, nel tomo V dei Libri poetici
della Bibbia: era la spia dell’intento di elaborare
una teorica, direttamente funzionale al suo lavoro di traduzione. ll Mattei, profondo conoscitore della lingua e del mondo ebraico, pensò di
adottare, nella traduzione dei salmi, lo stile e il
metro di Anacreonte, scartando tutte quelle
forme metriche a sistema chiuso, non corrispondenti alla natura musicale dell’antica poesia, ben
convinto che solo adeguando il verso poetico al
metro musicale, rendendolo, cioè ‘cantabile’, si
sarebbe raggiunto lo scopo primario, e cioè l’innalzamento dello Spirito. L’obiettivo era quello
di restituire lo spirito vero della poesia davidica,
che risiedeva, appunto, nella capacità di educare
‘allettando’, arrivando così al cuore e all’animo di
tutti. La studiosa sottolinea la forte impronta
etica che caratterizza il suo ‘sistema’ di traduzione, fondato sulla necessità di ripristinare i valori originari della musica antica, recuperando
quella felice sintesi di poesia e musica, di ispirazione e di rettitudine morale, capace di rendere
la poesia utile e istruttiva e la musica ‘filosofica’.
In realtà il Mattei, attraverso la sua singolare
opera di traduzione, esemplifica con chiarezza
l’esistenza di quel rapporto problematico del
moderno con l’antico che percorre tanta parte
del nostro tardo Settecento. The Author focuses attention on the enormous
contribution offered to the theme of the musicpoetry relationship by Saverio Mattei,
musicologist, scholar, passionate lover of the
ancients, translator of biblical psalms into
Metastasian arias, who worked intensely in
Naples in the second half of the eighteenth
century , earning controversy and acclaim with
his writings, and maintaining relationships with
the most prominent figures in the eighteenth century musical and theatrical world. In the
intervention the author quickly retraces the long
path of reflection which, starting from the first
writings on the poetry of the Jews and the Greeks,
found its definitive destination in the
dissertation on the Philosophy of Music,
published in 1773 which can be considered the
highest moment and completed his theoretical
reflection. The Dissertation was published in
1773, and included, not surprisingly, in volume V
of the Poetic Books of the Bible: it was the
indication of his intent to develop a theory,
directly functional to his translation work.
Mattei, a profound expert of the Jewish language
and world, decided to adopt the style and meter
of Anacreon in the translation of the psalms,
discarding all those closed-system metric forms
which did not correspond to the musical nature
of ancient poetry, well convinced that only by
adapting the poetic verse to the musical meter,
making it 'singable', the primary aim would have
been achieved, the elevation of the Spirit. The
intent was to restore the true spirit of Davidic
poetry, which resided, precisely, in the ability to
educate by 'alluring', thus reaching the hearts
and souls of everyone. The scholar underlines
the strong ethical imprint that characterizes her
'system' of translation, founded on the need to
restore the original values of ancient music,
recovering that happy synthesis of poetry and
music, of inspiration and moral rectitude,
capable of making poetry useful and instructive
and the music 'philosophical'. In reality, Mattei,
through his singular work of translation, clearly
exemplifies the existence of that problematic
relationship between the modern and the
ancient which runs through so much of our late
eighteenth century.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2024/01/6_Montanile_Sinestesieonline41.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7709