“Ars poetica”. L’iconografia del paesaggio in Sciascia lirico

Abstract

Intento dell’articolo è quello di indagare l’intreccio di letteratura e arte nell’opera di Leonardo Sciascia, e in particolar modo nella sua produzione lirica, attestata dalla silloge del ’52 “La Sicilia, il suo cuore” e da alcuni versi inediti e dispersi. Pur non ascrivibile ad una poetica ben definita – tra ascendenze crepuscolari e suggestioni ermetiche, prosasticità e lirismo – la sua opera in versi è emblematica dell’interesse figurativo dell’autore, come rivela la presenza di una vera e propria iconografia del paesaggio ispirata ai dipinti di alcuni grandi maestri del Novecento – da Chagall a Mirò – o dell’arte sacra – come Benozzo Gozzoli – attraverso i quali lo scrittore dà forma alla sua visione della realtà. Emerge l’affresco di una Sicilia arida e desolata, illuminata a tratti da squarci di luce, che si erge a potente metafora del mondo.

The aim of article is to investigate the interconnection of literature and art in Leonardo Sciascia, and especially in his lyric production, attested by 1952 anthology ‘Sicily, its heart’ and some unpublished and scattered verses. Although his poetry is not attributable to a defined poetics – between crepuscolar derivation and hermetic suggestions, narrative trend and lyricism –it testifies to the author’s figurative interest, as revealed by the landscape representation, inspired by the paintings of some great artists of the Twentieth Century – from Chagall to Mirò – or of sacred art – like Benozzo Gozzoli – through which the writer creates his vision of reality. The portrayalof a dry and desolate Sicily emerges, occasionally illuminated by patches of light, which stand sas a powerful as a metaphor for the world.