Le mieux est l’ennemi du bien». Roy Rosenzweig e il dibattito americano sulla public history agli albori del World Wide Web
Abstract
Lo studio prende in esame il contributo fornito da Roy Rosenzweig al dibattito sulla public history tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, una fase in cui il mondo accademico e quello scolastico iniziavano a scoprire le opportunità e i rischi del digitale. Storico americano di formazione democratica e radicale, Rosenzweig fu tra i primi a riconoscere i vantaggi che il digitale può portare nell’ambito della conservazione documentaria e dell’apprendimento, ma anche nell’educazione alla ricerca storica grazie all’accesso diretto alle fonti. Il saggio mette tuttavia in luce anche i limiti del digitale precocemente individuati da Rosenzweig, quali l’assenza di contestualizzazione delle fonti online e di controlli qualitativi su di esse, nonché le restrizioni del copyright. Rosenzweig suggeriva, infatti, di valutare costi e benefici della nuova tecnologia e ciò che essa comporta dal punto di vista educativo e della ricerca storica, proponendo ai colleghi di impegnarsi per garantire una più ampia democratizzazione della conoscenza e una piena accessibilità delle fonti primarie e secondarie. The essay examines Roy Rosenzweig’s contribution to the debate on public history from the 1980s to the early 2000s, a time in which academia and educational institu-tions began to get acquainted with opportunities and risks of digital data. Rosenzweig, an American historian with a democratic and radical background, was among the first to recognize the advantages of digital data management in the field of archiving and learning, and as far as historical research training is concerned thanks to the remote access to the sources. However, the article also discusses the limits of digital data, which Rosenzweig himself highlighted at an early stage, such as the possible lack of contextualization and of quality control of online historical sources, and copyright restrictions. Rosenzweig suggested assessing both costs and benefits of the new tech-nologies and the outcomes from the point of view of education and historical research, recommending to historians a commitment to a widespread democratization of knowl-edge and to the full accessibility to primary and secondary sources