Clandestini tra gli uomini. Multiculturalismo e disagio esistenziale in Francesco Biamonti
Abstract
A vent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2001,
lo scrittore ligure Francesco Biamonti si riconferma
lucido intuitore dei drammi della contemporaneità.
Con anticipo sui tempi, colse la problematicità – materiale e morale – dei movimenti migratori, della
fuga dei clandestini dall’Europa dell’Est e dal Mediterraneo. Il multiculturalismo dei «popoli della
notte», tuttavia, nella pagina letteraria si spinge oltre: cerca di rendere dicibile l’indicibile, di esplicitare
un disagio esistenziale che è insieme strettamente
autobiografico e tipicamente umano. Scopo del saggio è indagarne le modalità di manifestazione, con
l’ausilio degli strumenti garantiti dalla critica testuale, nei primi due romanzi biamontiani: L’angelo
di Avrigue e Vento largo. Al tempo stesso si cercherà
di mostrare come la condizione della clandestinità
non sia propria solo dei fuggiaschi, ma anche dei protagonisti e dello stesso Biamonti, in quanto tutti considerabili “clandestini dell’esistenza”. Twenty years after his death in 2001, the Ligurian
writer Francesco Biamonti is reconfirmed as a lucid
intuitor of the contemporary world’s dramas. In advance of its time, it grasped the problematic - material and moral - of migratory movements, of the escape of illegal immigrants from Eastern Europe and
the Mediterranean. The multiculturalism of the
«popoli della notte», however, goes further in the literary page: it tries to make the unspeakable speakable, to make explicit an existential unease that is both
strictly autobiographical and typically human. The
purpose of the essay is to investigate the modalities
of manifestation, with the help of the tools guaranteed by textual criticism, in the first two novels by Biamontiani: L’angelo di Avrigue and Vento largo. At
the same time we will try to show how the condition
of clandestinity is not only typical of the fugitives, but
also of the protagonists and of Biamonti himself, as
they are all considered “clandestines of existence”.