Gay saber e leys d’amors: l’armonia del grande Canto Cortese
Abstract
Il saggio si colloca al crocevia tra letteratura e scienza (tra le arti liberali
del trivio e del quadrivio), essendo una riflessione sui rapporti fra poesia e tecnica rigorosa: ha per oggetto, infatti, la “gaia scienza” dei trovatori e la prima lirica d’arte romanza, fondata sull’uso di complesse tecniche versificatorie e sul possesso di competenze raffinate, anche musicali. Attraverso
l’analisi degli schemi metrici e dei giochi di rime delle canzoni di alcuni
trovatori tardi, nel saggio si mettono in luce gli aspetti più squisitamente
tecnici e formali della lirica trobadorica che per secoli è stata alla base
della poesia europea. La peculiarità dell’arte del trobar consiste nell’aver
saputo elaborare con maestria un’architettura metrico-versificatoria nel
complesso agile e versatile, che non solo fungesse da base per la creazione
della lirica, ma che ne esaltasse anche i contenuti e la melodia. Las flors del
gay saber o Las leys d’amors è il più vasto trattato retorico-grammaticale
medievale, dal doppio titolo proprio per sottolineare la stretta relazione
nella tradizione lirica occitana tra la scienza poetica (gay saber) e l’arte d’amore
(Leys d’amors). Quest’opera scientifica dettava le regole del trobar, le
tecniche compositive per la creazione di ogni tipologia lirica, diventando
per i poeti un testo di riferimento per comporre correttamente. In questa
fusione tra letteratura e scienza, i rinnovati motivi e la tecnica prosodica
rappresentano i due poli strutturali, complementari e pertanto basilari, intorno
ai quali ruota la peculiarità della lirica trobadorica.