Panel 13 – Le rappresentazioni delle mafie e delle vittime di mafia: anatomia di una Public History italiana
Data
2021Autore
Moge, Charlotte
Zottarel, Arianna
Esposito, Federico
Meccia, Andrea
Metadata
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Le rappresentazioni delle mafie e delle vittime di mafia che strutturano l’immaginario collettivo
emergono da una narrazione transmediale prodotta fuori dagli ambienti accademici. Sono quindi il frutto e il vettore di una Public History caratterizzata dall’intreccio continuo tra storia e memoria che si alimentano l’un l’altra e si sovrappongono a volte fino a confondersi. La varietà delle fonti (films, graphic novel, storia orale) illustra la diversità del materiale a disposizione del
public historian e consente di fare un’analisi complessiva e innovativa dei racconti prodotti sulle
mafie e sulle vittime a scala locale e nazionale. Questa matassa di narrazioni pubbliche sulle
mafie e sull’antimafia esalta e miticizza alcune figure fittizie o reali. Le rappresentazioni veicolate sono un indicatore prezioso per mettere in luce l’evoluzione della conoscenza e della percezione del fenomeno mafioso a livello locale e nazionale. Conviene perciò interrogarsi sulle caratteristiche di tali rappresentazioni e sul loro impatto nell’immaginario pubblico. Da un lato,
bisogna sfatare i miti mafiosi decostruendo la visione romantica che li alimenta e diffonde
un’immagine positiva delle mafie esaltandone i valori e attenuandone la dimensione criminale.
Dall’altro, bisogna vedere come si costruiscano i miti delle vittime che vengono proposti come
alternativa ai valori mafiosi. Lo studio della concezione e della ricezione delle opere memoriali
e del discorso storico mette in luce la distorsione memoriale che risulta tuttora spesso ancorata
nell’immaginario pubblico in materia di mafie e consente di capire come il ricordo delle vittime,
ravvivato dalla società civile, riesca ad integrare la storia nazionale per proporre nuove figure di
riferimento.