AIPH 36 – Luoghi di memoria, patrimonio culturale e narrazioni della storia. Il caso di Fossoli
Data
2019Autore
Mira, Roberta
Salerno, Daniele
Luccaroni, Andrea
Losi, Marika
Metadata
Mostra tutti i dati dell'itemAbstract
L’ex campo di Fossoli, oggi memoriale e centro di documentazione, è un caso esemplare
di intreccio tra luogo di memoria e Public History. La presenza di Fossoli e il suo rapporto
con il territorio hanno costituito e costituiscono un elemento centrale della costruzione
della memoria, della sua narrazione e delle politiche pubbliche legate a storia e memoria a
livello locale e nazionale.
Fossoli non si presenta infatti come mero luogo di memoria limitato al sito in cui
sorgeva l’ex campo – che di per sé ha avuto una vicenda storica complessa e stratificata –
ma ha la peculiarità di aver conosciuto più destinazioni d’uso, di essere al centro di un
importante progetto di recupero e valorizzazione, e di far parte di un sistema integrato con
il Museo Monumento al Deportato di Carpi e con il centro di documentazione, ricerca e
didattica della Fondazione Fossoli.
Nato nel 1942 come luogo di prigionia per militari britannici catturati dai fascisti, dopo
il settembre 1943 e fino all’estate del 1944 Fossoli divenne un campo di transito e
deportazione nei Lager nazisti per ebrei e oppositori politici, per poi trasformarsi in un
campo per rastrellati da trasferire in Germania come manodopera forzata. Dopo la guerra il
campo ospitò profughi stranieri, prigionieri di guerra e fascisti; dal 1947 fu sede della
comunità di Nomadelfia creata per bambini orfani e abbandonati e tra gli anni Cinquanta e
gli anni Settanta del villaggio San Marco per profughi giuliano-dalmati. A questa stratificazione di storie corrisponde una pluralità di significati messi in luce dal
contributo di Daniele Salerno che ruota attorno all’interazione tra campo ed evento e al
peso di questa nel determinare lo spazio e i suoi caratteri semiotici. L’intervento di Andrea
Luccaroni si concentra sulle trasformazioni del sito storico da un punto di vista topografico
e architettonico, interrogandosi su come tali mutamenti incidano sulla narrazione della
storia e delle memorie del luogo.
Infine Marika Losi entra nello specifico della progettazione didattica della Fondazione
Fossoli e ci restituisce esempi concreti di Public History attraverso lo scambio reciproco tra
luogo di memoria e sua traduzione didattica.