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dc.date.accessioned2025-07-14T09:02:20Z
dc.date.available2025-07-14T09:02:20Z
dc.descriptionI. Jevnikar, “AIPH 7 – Il parco memoriale dell’isola di Rab, in Croazia. Memorie negate, conflittuali e sovrapposte”; “Il campo fascista dell’isola di Arbe/Rab (1942-43) e il Parco Memoriale costruito nel 1953” (C. S. Capogreco); “La memoria del gulag di Goli Otok e i suoi collegamenti con gli ex internati del campo fascista di Arbe” (B. Jezernik); “La storiografia croata e la memoria dei campi di concentramento di Arbe/Rab e Goli Otok” (M. Medved) in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 36-39it_IT
dc.description.abstractUna petizione promossa nel 2017 da molti "studiosi di storia e figure professionali impiegate nella conservazione attiva della memoria della Seconda guerra mondiale", ha richiamato l'attenzione dei media sulle vicende del campo fascista dell'isola di Arbe (oggi Rab, in Croazia), alla quale è intitolata da tempo una strada di Torino, chiedendo al sindaco della città piemontese di volerne modificare il nome: da via Arbe a via Vittime del campo di concentramento di Arbe. Sebbene non sia la prima volta in Italia che viene sollevato l'argomento Arbe (il campo italiano col più alto indice di mortalità tra gli internati slavi), non c'è dubbio che esso sia rimasto sconosciuto ai più. E che l'intera tematica dei campi fascisti stenti ad entrare nelle conoscenze e nelle coscienze degli italiani. In molti casi, quella memoria non è emersa pubblicamente, o lo ha fatto con molti ritardi e inesattezze, anche per l'assenza di "soggetti organizzati" disposti a farsene carico. Nel caso specifico di Arbe, se in Slovenia e Croazia la storiografia ha prodotto molto, in Italia è emersa nel dopoguerra una sorta di "memoria a metà": quella relativa agli internati ebrei, che vi furono trattati come rifugiati da proteggere; mentre la memoria degli altri reclusi (sloveni e croati, per i quali quell'internamento equivalse ad un inferno) è rimasta distante dall'interesse della storiografia e dal discorso pubblico. Ed è stato ignorato anche il sito geografico del campo, dove non vi è alcun segno toponomastico-monumentale riconducibile all'Italia ufficiale (l'unica lapide di parte italiana è stata posta, nel 1998, da un'istituzione culturale non governativa).it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-ND 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalMetti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History. Pisa, 11-15 giugno 2018it_IT
dc.identifier.citationIvo Jevnikar, “AIPH 7 – Il parco memoriale dell’isola di Rab, in Croazia. Memorie negate, conflittuali e sovrapposte” in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 36-39it_IT
dc.titleAIPH 7 – Il "parco memoriale" dell'isola di Rab, in Croazia. Memorie negate, conflittuali e sovrapposteit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorJevnikar, Ivo
dc.contributor.authorCapogreco, Carlo Spartaco
dc.contributor.authorJezernik, Božidar
dc.contributor.authorMedved, Marko
dc.date.issued2019
dc.identifier.urihttps://aiph.hypotheses.org/7389it_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8589
dc.publisherAIPH - Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.typeOtherit_IT
dc.format.extentP. 36-39it_IT
dc.identifier.isbn978889441081it_IT
dc.subjectMemoriait_IT
dc.subjectMonumenti e luoghi di memoriait_IT
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