AIPH 1 – Biblioteche e Public History: risorse e metodi
Date
2019Author
Sabba, Fiammetta
De Vecchis, Chiara
Ballestra, Laura
Ghersetti, Francesca
Martorano, Annantonia
Venuda, Fabio
Metadata
Show full item recordAbstract
Le biblioteche, contenitori di fonti per la ricerca storica ma soprattutto mediatrici di
conoscenza, sempre più spesso svolgono attività che incontrano gli scopi della Public
History. Dall'allestimento e valorizzazione di raccolte storiche e storico-locali alla
comunicazione dei giacimenti culturali e delle risorse informative, dalla realizzazione di
percorsi espositivi tematici alla mediazione con le fonti anche digitali, le biblioteche
elaborano e propongono risorse, pratiche, metodi, in costante dialogo col mondo della
ricerca e con un pubblico variegato per interessi e competenze.
Per verificare la possibilità di stabilire un vero e proprio paradigma dell'azione
bibliotecaria per la Public History, il panel propone una riflessione articolata in base alle
diverse tipologie di biblioteche e di attività, rappresentate in seno all'Associazione italiana
biblioteche da diversi Gruppi di lavoro e Commissioni nazionali. In particolare si pensa
alle grandi biblioteche pubbliche italiane, poli culturali e centri di conservazione
privilegiati per la memoria civica (tanto da aver indotto, fin dalla loro fondazione, la
donazione di importanti patrimoni bibliografici e archivistici) quali collettori di fonti per la
storia locale e non solo, con un possibile ruolo proattivo: valorizzazione del patrimonio e
della memoria, nuove forme di comunicazione e didattica della storia, diventano occasioni
di un "fare comunità" ricostruendo le trame della propria storia per interpretare il passato in
modo critico, problematico, consapevole. Anche altre tipologie bibliotecarie, tuttavia,
possono fungere da cerniera tra le comunità e la storia attivando percorsi di riflessione,
analisi, riuso delle fonti. Il primo contributo nasce da esperienze condotte in biblioteche universitarie per la
diffusione di competenze nell'uso di risorse informative anche innovative (information
literacy, digital literacy, con rilievo all'aspetto della valutazione delle fonti), offrendo
buone pratiche nell'elaborazione di percorsi formativi mirati, anche rivolti a studenti di
scuole superiori.
Una speciale rilevanza per la Public History rivestono i fondi personali custoditi nelle
biblioteche (oggetto del secondo paper), spesso fonti privilegiate per la ricerca storica.
Soprattutto in questo contesto entrano in sinergia le professionalità di bibliotecari,
archivisti, storici, elaborando specifici metodi di analisi delle fonti.
Chiude la rassegna un punto di vista sulle biblioteche scolastiche, spesso trascurate per il
loro cronico stato di difficoltà, ma oggetto di recente attenzione per la promozione in esse
dell'innovazione digitale.
Un ringraziamento a Mattea Gazzola (Biblioteca civica Bertoliana, Vicenza) che, pur non
avendo potuto essere presente al convegno, ha collaborato con un contributo di riflessione
sulle biblioteche pubbliche.