Dai «Saggi» allo «Studio»: De Sanctis e le aporie della "funzione Leopardi"
Abstract
Nonostante	il	mitizzato	incontro	napoletano	del	giovanissimo	irpino	con	il	poeta	marchigiano,	interpretato	dallo	stesso	De	Sanctis	e	da	una	parte	della	critica	come	una	fusione	di	destini	esistenziali	e	di	orizzonti	culturali,	questo	contributo	avrà	una	diversa	impostazione	metodologica	in	linea	con	il	noto	giudizio	di	Gianfranco	Contini	che	l’«autore	amatissimo»	è	«il	meno	centrato	razionalmente»	negli	scritti	desanctisiani.	L’indagine,	pertanto,	illuminerà	le	molteplici	e	profonde	ragioni	del	mancato	ruolo	strettamente	poetico	e	della	conseguente	difficoltà	di	posizionamento	storico	della	cosiddetta	“funzione	Leopardi”,	“prigioniera”	dell’istanza	etica	della	«coscienza»	e	della	griglia	ermeneutica	della	«contraddizione»,	nel	pur	entusiastico	profilo	della	«Nuova	Letteratura». Despite	the	mythologized	Neapolitan	encounter	of	the	very	young	Irpinia	native	with	the	poet	from	the	Marches,	interpreted	by	De	Sanctis	himself	and	by	some	critics	as	a	fusion	of	existential	destinies	and	cultural	horizons,	this	contribution	will	have	a	different	methodological	approach	in	line	with	Gianfranco	Contini’s	well-known	judgment	that	the	«beloved	author»	is	«the	least	rationally	centered»	in	De	Sanctis’s	writings.	The	investigation,	therefore,	will	illuminate	the	multiple	and	profound	reasons	for	the	lack	of	a	strictly	poetic	role	and	the	consequent	difficulty	of	historical	positioning	of	the	so-called	“Leopardi	function”,	“prisoner”	of	the	ethical	instance	of	«conscience»	and	of	the	hermeneutic	grid	of	«contradiction»,	in	the	enthusiastic	profile	of	the	«New	Literature». 
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2025/06/sinestesieonline-47-giulio.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8858
