Azioni strategiche tese a dissuadere la partecipazione pubblica e tutela delle libertà di espressione e informazione nel diritto internazionale privato dell’Unione europea
Abstract
Anche in Europa si assiste alla diffusione delle c.d. “azioni bavaglio” (o
“SLAPP”), ovvero procedimenti giudiziari che possono rivelarsi infondati o abusivi
giacché, seppur avviati con l’intento di tutelare la reputazione delle persone
destinatarie di un contenuto ritenuto lesivo della dignità, sono in realtà volti a
dissuadere i giornalisti e le altre persone attive nella partecipazione pubblica dal
futuro esercizio delle libertà di espressione e informazione. Inoltre, la pubblicazione
online delle informazioni ritenute lesive aumenta il potenziale offensivo di tali
procedimenti, perché consente all’attore di promuovere molteplici azioni in Stati
membri diversi, sfruttando le soluzioni che la Corte di giustizia ha sviluppato in
relazione ai titoli di giurisdizione previsti dal regolamento (UE) n. 1215/2012 al fine
di garantire ampie prospettive di accesso alla giustizia alle vittime di diffamazione
online. Alla luce di queste premesse, il presente lavoro si propone di valutare lo
specifico impatto e l’adeguatezza dei pertinenti strumenti di diritto internazionale
privato dell’Unione europea rispetto alla tutela delle libertà di espressione e
informazione e, in particolare, se le soluzioni fornite dal regolamento (UE) n.
1215/2012 e dal regolamento (CE) n. 864/2007 rappresentino un terreno fertile per la
proliferazione di simili azioni. Il lavoro analizza poi il contenuto dell’adottanda
“direttiva anti-SLAPP”, con cui il legislatore europeo intende offrire una prima
risposta al problema in esame attraverso l’armonizzazione minima di alcuni aspetti
del diritto materiale e processuale degli Stati membri, nonché mediante
l’introduzione di norme di diritto internazionale privato e processuale ad hoc In the European context, we are witnessing the spread of so-called
“Strategic Lawsuits Against Public Participation” (or “SLAPPs”), i.e. court
proceedings that are initiated with the intention of protecting an individual’s
reputation from defamatory content, but that are actually aimed at jeopardising the
future exercise of the right to freedom of expression and of information of journalists
and other individuals engaged in public participation. Moreover, since harmful
contents are usually published through the Internet, the plaintiff is entitled to take
advantage of the solutions that the Court of Justice of the EU has developed with
regard to jurisdiction under Regulation (EU) No. 1215/2012 in order to ensure broad access to justice for the victims of online defamation, by initiating multiple
proceedings in different Member States. In light of these premises, this paper seeks
to assess the concrete impact and adequacy of the relevant EU private international
law instruments with respect to the protection of the right to freedom of expression
and of information and, in particular, whether the solutions provided by Regulation
(EU) No. 1215/2012 and Regulation (EC) No. 864/2007 represent fertile ground for
the proliferation of SLAPPs in Europe. Then, the paper analyses the content of the
future “anti-SLAPP directive”, which aims at offering a response to such issues
through minimum substantive and procedural harmonisation, as well as through the
introduction of specific private international law rules