Tra la siepe e la quercia: la forma che definisce e la natura che accoglie nei teatri di verzura di Villa Rizzardi e del Castello di Spessa
Abstract
Il saggio analizza due esempi significativi di teatro di verzura nel nord Italia: il teatro settecentesco di Villa Rizzardi e quello contemporaneo del Castello di Spessa. Attraverso il confronto tra
forma, funzione e rapporto con il paesaggio, emergono due modalità diverse ma complementari di mettere in scena la natura. A Villa Rizzardi, la vegetazione è modellata secondo principi classici: lo spazio è chiuso, simmetrico, pensato per inquadrare e guidare lo sguardo. Al Castello di Spessa, al contrario, la scena si apre al paesaggio: il teatro nasce da un’esigenza funzionale contemporanea e si inserisce in modo flessibile nel contesto agricolo e ambientale. Il saggio propone così una riflessione sul teatro di verzura come spazio non solo di memoria, ma anche di sperimentazione, capace di adattarsi alle pratiche teatrali attuali e di rinnovare il dialogo tra natura e rappresentazione. The essay analyses two significant examples of hedge theatres in northern Italy: the eighteenth-century theatre at Villa Rizzardi and the contemporary one at the Castello di Spessa. Through a comparison of form, function, and relationship with the landscape, two different yet complementary ways of staging nature emerge. At Villa Rizzardi, vegetation is shaped according to classical principles: the space is enclosed, symmetrical, and designed to frame and guide the gaze. At the Castello di Spessa, by contrast, the scene opens onto
the landscape: the theatre arises from a contemporary functional need and integrates flexibly into its agricultural and environmental context.
The essay thus offers a reflection on the hedge
theatre not only as a site of memory, but also as a
space for experimentation, capable of adapting to
current theatrical practices and renewing the dia logue between nature and performance.