Per una mappa dell’esotico: «La Gioconda» e «Più che l’amore» di Gabriele d’Annunzio
Abstract
Nel saggio si ripercorre la presenza dell’elemento esotico all’interno di due pièces dannunziane: “La Gioconda” e il “Più che l’amore”. Nel dramma del 1899 attraverso le parole di Cosimo Dalbo si amplia il ventaglio geografico della tragedia oltre il territorio nazionale verso l’Egitto. L’ambientazione moderna della tragedia, proprio grazie a questo excursus, subisce in tal modo una dislocazione spaziale fortemente simbolico-mistica passando dalla Firenze contemporanea alle piramidi egiziane, così come viene attuato un avvicinamento cronologico tra il presente e il passato. La vicenda di Corrado Brando, invece, pur ambientata nella Roma contemporanea trova nella quarta sponda africana un spazio di riferimento imprescindibile per la costruzione drammaturgica. Rispetto a quanto era accaduto nell’evocazione del viaggio in Egitto di Dalbo, la presenza africana affidata a Brando si profila con caratteristiche contrastanti rispetto alla realtà circoscritta nella quale il dramma è ambientato. This essay analyses the presence of exoticisms in two of the Gabriele d’Annunzio’s dramas: ‘La Gioconda’ and ‘Più che l’amore’. In the first one, Cosimo Dalbo is the character who extended the space fron Firenze to Egitto, so the geography of the tragedy widens and the contemporary setting is relocated in a mystic and symbolic past. In Più che l’amore we another presence of “minor” space: Africa is the other land in dialogue with the Roman main setting. This exotic excursus is an essential part of the interlacement of the drama and it helps tounderstand how d’Annunzio considers spaces in his works.