AIPH 60 – Alcool e public history: dai corsi universitari alle angastare, tra best practices e metodologie di comunicazione
Data
2020Autore
Frisone, Domenico Matteo
Cauvin, Thomas
Barsotti, Pietro
Metadata
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Gli interventi di questo panel hanno come punto di contatto la scelta di una tematica “a
rischio”. A rischio perché, se è vero che l’alcool è sempre stato un elemento di aggregazione,
socialità e ritualità, è altrettanto vero che da sempre a fare da contraltare c’è stata l’immagine
delle bevande alcoliche come elemento estraniante e dannoso, con evidenti riferimenti alle
gravi conseguenze che l’abuso di alcool può avere sul singolo individuo e sul suo ambiente
sociale. È però innegabile l’assidua presenza di questa sostanza durante tutto il corso della
storia umana, e la sua stretta interconnessione con molti, se non tutti, gli aspetti della civiltà.
L’obiettivo di questo panel diventa allora lo sviluppo e la messa in luce di best practices
e metodologie che sfruttino il più possibile questo legame e allo stesso tempo valorizzino lo
spirito di convivialità che le bevande alcoliche stimolano nella maggior parte della gente,
per creare delle occasioni di condivisione e discussione della Storia.
Delle occasioni di public history, per dirlo in altri termini, che escano in positivo dalle
analisi rischi/benefici e che riescano a trasmettere la complessità del lavoro di ricerca (o di
ricostruzione) con la semplicità del rapporto con il grande pubblico. Dalle aule universitarie
fino al banco di uno speziale quattrocentesco, passando per bar e pub, tenteremo di scoprire
se questa sostanza instabile possa essere uno stabile strumento nelle mani dei public
historian.