AIPH 40 – Giocare la storia in città: divulgazione, apprendimento e riappropriazione del territorio attraverso gli urban games
Data
2020Autore
Pizzirusso, Igor
Sorrentino, Gabriele
Uberti, Giorgio
Lotti, Silvia
Metadata
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Procedendo attraverso una serie di molteplici codificazioni di materiali (documenti,
risorse, testimonianze etc.), ricerca e divulgazione storica operano già un processo di
narrativizzazione, per quanto vincolato dal percorso tracciato dalle fonti e guidato da
coerenza, conoscenza e intelligenza.
Abbinare quindi forme narrative alla storia appare logico e naturale, come la grande
diffusione della letteratura di genere ci ha mostrato. Il gioco rappresenta da questo punto di
vista un ulteriore salto in avanti in grado di superare la narrazione tradizionale, che per altro
anche nel campo storico sembra non essere più sufficiente. Le simulazioni - ovvero la parte
che rende il game interattivo, distinguendolo da altre forme di narrazione passiva quali la
letteratura - diventano quindi importanti strumenti di coinvolgimento del pubblico. La loro
genesi tuttavia è complessa, in quanto rappresentano modelli semplificati del reale, che
contengono pregiudizi, presupposti e premesse che vanno esaminate, discusse, criticate.
L’esito non è il semplice resoconto di un evento, bensì un nuovo evento che condivide
diverse affinità con l’”originale”, ma che costituisce, allo stesso tempo, qualcosa di nuovo
e differente. Tra le modalità di gioco applicato alla storia, l’urban game è una delle più
interessanti. Esso infatti non solo permette di raccontare vicende specifiche e valorizzare
patrimoni documentari in maniera attraente e avvincente, ma possiede in aggiunta la virtù di
costruire (o ricostruire) un legame tra il pubblico e il territorio, ridefinendo e risignificando
luoghi che hanno a che fare con la quotidianità dei cittadini e che sono allo stesso tempo
carichi di contenuti storici spesso ignoti o dimenticati.