AIPH 39 – I manuali di storia per la scuola e la Public History
Data
2020Autore
Cegna, Annalisa
Febbraro, Flavio
Pentucci, Maila
Gabrielli, Gianluca
Metadata
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Il panel si colloca all’interno della lunga esperienza dell’Istituto nazionale “Ferruccio
Parri” riguardo alla didattica della storia contemporanea: questa attenzione si è sviluppata,
da un lato, nel continuo aggiornamento storiografico proposto ai docenti e, dall’altro, nella
promozione di tutte quelle metodologie didattiche partecipative che possono consentire un
coinvolgimento fattuale degli studenti nel processo di apprendimento. In questo contesto, è
apparso naturale aprirsi alle istanze e alle sollecitazioni della Public History, tenendo d’altra
parte ben presente l’esigenza di verificare ed essere soggetti attivi in tutti quei dibattiti che
riguardano l’uso pubblico della storia, così importante per orientare l’opinione pubblica e
gli studenti a una corretta interpretazione del passato più recente.
Sulla base di queste premesse, il panel si propone di analizzare come i manuali di storia
contemporanea per la scuola media superiore – da sempre uno dei cardini dell’insegnamento
della disciplina, oggi sottoposto alla “concorrenza” di molteplici attori della narrazione
storica – siano capaci di confrontarsi con queste diverse narrazioni e come ne tengano
conto nell’elaborazione dei propri contenuti.
Inoltre, è interessante approfondire in che modo i manuali provino a rendere concrete le
categorie fondamentali del sapere storico (il tempo, lo spazio, la scala, la tematizzazione), e
come queste incardino la narrazione proposta dai manuali, in un’ottica che vede gli studenti
come il “pubblico” della mediazione didattica, oggi solo più una delle possibili agenzie di
conoscenza.
Infine, ci si confronterà con le problematiche specifiche della scuola primaria, con la
rimozione della storia contemporanea in seguito alle impostazioni del curricolo verticale e
la presenza comunque massiccia e significativa del cosiddetto calendario civile, che suscita
interesse e curiosità nei più piccoli, senza che vi sia un’adeguata preparazione a questi
stimoli nell’esperienza scolastica quotidiana.