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AIPH 39 – Il ritorno della storia e la costruzione della memoria nella Tunisia post-rivoluzionaria
dc.date.accessioned | 2025-07-10T08:48:42Z | |
dc.date.available | 2025-07-10T08:48:42Z | |
dc.description | R. Pepicelli, “AIPH 39 – Il ritorno della storia e la costruzione della memoria nella Tunisia post-rivoluzionaria”; “Memorie segrete e storia pubblica: narrazioni di donne islamiste in Tunisia” (R. Pepicelli); “Memorie, emozioni e trasmissione. La rivoluzione tunisina attraverso rappresentazioni ordinarie e sapere istituzionalizzato” (C. Diana); “Il ruolo della Fondazione Kamal Lazar nella formulazione di una storia pubblica dell’arte tunisina dopo il 2011” (C. Cornet); “I rivoluzionari dicono: non potete prenderci in giro. Dibattito pubblico e memoria collettiva nella Tunisia postrivoluzionaria attraverso le scritte sui muri e la street art” (L. Lacquaniti) in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 201-207 | it_IT |
dc.description.abstract | Questo panel presenta nuove prospettive di studio sull’uso pubblico della storia nella Tunisia post Ben Ali e sulla costruzione della/e memoria/e della rivoluzione del 2011, in quanto strumenti fondamentali nella costruzione delle politiche d’identità nazionale (Raudvere 2016). I papers qui raccolti discutono, da differenti angolature, come la memoria e la storia siano state costruite e utilizzate dopo il cambio di regime sia a livello individuale che a livello istituzionale. Il panel analizza, dunque, l’affermazione di una pluralità di rappresentazioni della memoria (sia private che ufficiali), così come di multiple sfere pubbliche in seguito alla caduta di Ben Ali. La rivoluzione ha dato infatti spazio a una molteplicità di “counterpublics”, per dirla con Nancy Fraser (1992), che hanno ampliato gli spazi discorsivi, legittimato posizioni, argomenti e temi che erano stati fino ad allora esclusi dal dibattito. Storie tenute segrete, come quelle delle donne islamiste – raccontate da Renata Pepicelli – sono diventate pubbliche, contribuendo a ripensare quella “narrazione al femminile” della storia tunisina frutto del “femminismo di stato” di Bourghiba, prima, e di Ben Ali poi. L’emersione sulla scena pubblica tunisina di “altre” storie si iscrive nella più generale cornice di quell’uso pubblico della storia di cui oggi sono protagonisti diversi soggetti.Dal punto di vista istituzionale, un esempio paradigmatico del processo di costruzione della memoria pubblica della rivoluzione è rappresentato dai manuali scolastici di storia e di educazione civica. Già durante il primo anno scolastico dopo la rivoluzione - argomenta Chiara Diana - tutti i testi di scuola erano stati “ripuliti” di ogni riferimento testuale e visivo a Ben Ali, per far largo a una nuova narrazione storiografica. Seppur con le dovute differenze, un analogo tentativo di riscrittura della storia si è ritrovato anche in ambito artistico. Dopo la rivoluzione - spiega Catherine Cornet - vi è stata una “nazionalizzazione” dell’arte contemporanea e la produzione di un nuovo discorso nazionale sull’arte e la sua storia. A fronte di queste narrazioni “ufficiali”, “istituzionali”, sono emerse una pluralità di contro-narrazioni ad opera di una pluralità di soggetti subalterni che, irrompendo sulla scena pubblica, e utilizzando strumenti comunicativi diversi, hanno contribuito alla polifonia della produzione di Public History in Tunisia. È il caso delle scritte murarie e della street art, mezzi espressivi emersi per la prima volta con la rivoluzione, che segnalano – scrive Luce Lacquaniti - la riconquista dello spazio pubblico da parte di una pluralità di soggetti “marginali” che non solo trasmettono una memoria, spesso, alternativa della rivoluzione e della transizione, ma in alcuni casi trascendono l'attualità e riportano all'attenzione questioni identitarie più ampie, rimaste a lungo irrisolte nella storia tunisina. L’intento di questo panel è dunque quello di fornire attraverso angolature prospettiche diverse uno sguardo sui processi di costruzione della storia e della memoria nello spazio pubblico tunisino post-rivoluzionario. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.rights | CC BY-ND 4.0 | it_IT |
dc.relation.ispartofjournal | Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History. Pisa, 11-15 giugno 2018 | it_IT |
dc.identifier.citation | Renata Pepicelli, “AIPH 39 – Il ritorno della storia e la costruzione della memoria nella Tunisia post-rivoluzionaria” in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 201-207 | it_IT |
dc.title | AIPH 39 – Il ritorno della storia e la costruzione della memoria nella Tunisia post-rivoluzionaria | it_IT |
dc.source | UniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneo | it_IT |
dc.contributor.author | Pepicelli, Renata | |
dc.contributor.author | Diana, Chiara | |
dc.contributor.author | Cornet, Catherine | |
dc.contributor.author | Lacquaniti, Luce | |
dc.date.issued | 2019 | |
dc.identifier.uri | https://aiph.hypotheses.org/7389 | it_IT |
dc.identifier.uri | http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8532 | |
dc.publisher | AIPH - Associazione Italiana di Public History | it_IT |
dc.type | Other | it_IT |
dc.format.extent | P. 201-207 | it_IT |
dc.identifier.isbn | 978889441081 | it_IT |
dc.subject | Storia urbana | it_IT |
dc.subject | Patrimonio culturale materiale e immateriale | it_IT |
dc.subject | Politiche pubbliche | it_IT |
dc.subject | Uso Pubblico della Storia | it_IT |